Appello per la fine delle violenze nella Repubblica Centroafricana
«Gesù non ha casa perché la sua casa è la gente». È la semplicità il mezzo scelto da Papa Francesco per far giungere il suo messaggio dritto al cuore della gente. E così questa mattina, mercoledì 27 marzo, al suo primo appuntamento con il tradizionale incontro con i fedeli per l’udienza generale, sceglie un esempio chiaro e diretto per ribadire il senso della presenza costante del Signore tra la sua gente, quella che ha eletto a propria dimora. E ricorda che Gesù ha parlato a tutti, senza distinzione, «ai grandi e agli umili, al giovane ricco e alla povera vedova, ai potenti e ai deboli»; che «ha portato la misericordia e il perdono di Dio»; che «ha guarito, consolato, compreso; ha dato speranza»; che «ha portato a tutti la presenza di Dio che si interessa di ogni uomo e ogni donna, come fa un buon padre e una buona madre verso ciascuno dei suoi figli».
Tuttavia «Dio non ha aspettato che andassimo da Lui, ma è Lui che si è mosso verso di noi, senza calcoli, senza misure». Di qui l’invito a riscoprire la Settimana Santa come occasione per imparare di nuovo «a seguire, accompagnare Cristo». Anche se ciò esige prima di «“uscire”: da se stessi, da un modo di vivere la fede stanco e abitudinario — avverte — dalla tentazione di chiudersi nei propri schemi che finiscono per chiudere l’orizzonte dell’azione creativa di Dio». Seguire dunque con coraggio il Signore «portando in noi stessi un raggio del suo amore a quanti incontriamo»: questo è vivere la Settimana Santa.
Concludendo l’udienza il Papa ha rivolto un appello affinchè cessino le violenze e i saccheggi nella Repubblica Centroafricana.