Damasco, 14. Si fa più complessa la strada verso una nuova conferenza internazionale sulla Siria. Il presidente statunitense, Barack Obama, ha infatti annunciato ieri, al termine dell'incontro alla Casa Bianca con il premier britannico David Cameron, che l'appuntamento negoziale patrocinato da Washington e Mosca slitterà, con ogni probabilità, ai primi giorni di giugno.
"Continueremo i nostri sforzi per aumentare la pressione sul regime, per fornire aiuti umanitari, per rafforzare l'opposizione moderata e preparare la Siria a una democrazia senza Assad" ha dichiarato Obama, incontrando la stampa al termine del colloquio con Cameron. Sullo sfondo di una crisi umanitaria "catastrofica" - come l'ha definita ieri la Croce Rossa, che ha chiesto ai Paesi donatori di raddoppiare gli stanziamenti per far fronte all'emergenza - Obama ha ripetuto che Washington sta ancora lavorando per accertare chi abbia fatto ricorso alle armi chimiche. Dal canto suo, David Cameron ha ricordato che in Siria sono state uccise ottantamila persone e migliaia sono state costrette a lasciare le loro case. Per quanto riguarda le armi chimiche - ha aggiunto Cameron - emergono "prove" sempre più concrete che siano state usate dall'esercito di Assad.