E nella basilica Vaticana prega per i cardinali e i vescovi defunti
"Gesù è misericordioso e mai si stanca di perdonare". Lo ha ricordato Papa Francesco all'Angelus di domenica 3 novembre, riproponendo ai fedeli presenti in piazza San Pietro l'insegnamento dell'episodio evangelico della conversione di Zaccheo: "Non c'è professione o condizione sociale, non c'è peccato o crimine di alcun genere che possa cancellare dalla memoria e dal cuore di Dio uno solo dei suoi figli". "Quell'uomo piccolo di statura, respinto da tutti e distante da Gesù - ha detto riferendosi alla figura del capo dei pubblicani di Gerico - è come perduto nell'anonimato; ma Gesù lo chiama, e quel nome "Zaccheo", nella lingua di quel tempo, ha un bel significato pieno di allusioni: "Zaccheo" infatti vuol dire "Dio ricorda"".
Il Signore infatti, ha aggiunto, "non dimentica nessuno di quelli che ha creato; Lui è Padre, sempre in attesa vigile e amorevole di veder rinascere nel cuore del figlio il desiderio del ritorno a casa. E quando riconosce quel desiderio, anche semplicemente accennato, e tante volte quasi incosciente, subito gli è accanto, e con il suo perdono gli rende più lieve il cammino della conversione e del ritorno".
Il Papa, per rafforzare il concetto, ha fatto poi ricorso al "gesto ridicolo" di Zaccheo, salito sull'albero. Un gesto ridicolo ma anche "un gesto di salvezza". E rivolgendosi metaforicamente alle migliaia di persone raccolte in piazza San Pietro ha detto: "io dico a te: se tu hai un peso sulla tua coscienza, se tu hai vergogna di tante cose che hai commesso, fermati un po', non spaventarti. Pensa che qualcuno ti aspetta perché mai ha smesso di ricordarti; e questo qualcuno è tuo Padre, è Dio che ti aspetta! Arrampicati, come ha fatto Zaccheo, sali sull'albero della voglia di essere perdonato; io ti assicuro che non sarai deluso. Gesù è misericordioso e mai si stanca di perdonare! Ricordatelo bene, così è Gesù".
Questa mattina, lunedì 4 novembre, il Papa, celebrando all'altare della Cattedra della basilica di san Pietro la messa in suffragio dei cardinali, degli arcivescovi e dei vescovi deceduti nel corso dell'anno, ha ricordato la loro vita dedicata al servizio di Dio e dei fratelli. Ed è proprio per questa loro dedizione che ora sono "nelle mani di Dio".