Bamako, 22. Mentre nel Mali si delineano tanto il dispiegamento di forze internazionali quanto il sistema europeo per gestire gli aiuti logistici, la compattezza internazionale sull'opportunità di tale intervento contro i gruppi armati jihadisti vede l'importante dissociazione e opposizione dell'Egitto. Il presidente egiziano, Mohammed Mursi, si è detto infatti contrario senza riserve all'intervento militare multinazionale nel nord del Mali per cacciarne gli estremisti. "Non lo accettiamo assolutamente perché alimenterà la conflittualità nella regione", ha dichiarato Mursi. "Noi non accettiamo l'estremismo, la violenza o le aggressioni contro i civili, ma non vogliamo nemmeno determinare un nuovo bagno di sangue", ha ammonito il presidente egiziano, secondo il quale, inoltre, si rischia che l'Africa settentrionale e quella centrale rimangano isolate reciprocamente. Dall'Unicef, il fondo dell'Onu per l'infanzia, giunge intanto un nuovo allarme per i reclutamenti forzati di bambini nei gruppi armati, oltre che per i pericoli generali ai quali il conflitto espone le popolazioni civili.
Non mancano, invece, soprattutto in Algeria, forze politiche e commentatori che continuano a sollevare dubbi sulla gestione governativa della vicenda degli ostaggi conclusa tragicamente sabato scorso nel sito per l'estrazione del gas di In Amenas, anche mettendola in relazione al fatto che l'Algeria ha concesso, per la prima volta nella sua storia, l'uso del proprio spazio aereo per un'operazione militare straniera, appunto quella francese in Mali. .
Nel Mali, in ogni caso, continuano le operazioni militari. Le forze governative affiancate da quelle francesi hanno assunto ieri il controllo delle località di Diabaly e Douentza, hanno iniziato a lanciare raid aerei nella zona di Timbuctu e sembrano aver costretto i miliziani jihadisti a ripiegare su Kidal, nell'estremo nord est del Mali, quasi al confine con l'Algeria. Nel frattempo, la forza della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas) ha già inviato mille uomini in Mali. Da parte sua, l'Unione europea ha attivato ieri un sistema di gestione degli aiuti logistici.