E alle religiose ricorda che la vita consacrata è un cammino di adorazione e di servizio
Pace e misericordia per la Chiesa e per il mondo. È l'intenzione che Papa Francesco ha affidato alla Madonna nella mattina di mercoledì 8 maggio, festa di Nostra Signora di Luján. Proprio davanti alla piccola statua della patrona dell'Argentina, eccezionalmente collocata accanto alla cattedra in piazza San Pietro, il Pontefice ha sostato in preghiera, deponendo ai piedi della Vergine un omaggio floreale. Poi non ha mancato di ricordare anche la ricorrenza della tradizionale supplica alla Madonna del Rosario che si recita nella basilica di Pompei.
Di fronte alla grande folla di fedeli provenienti da diversi Paesi del mondo, il Santo Padre ha dedicato la sua catechesi allo Spirito Santo, mostrandolo come "un'acqua viva, zampillante e fresca, capace di dissetare" il desiderio profondo di luce, di bellezza, di amore e di pace che scuote l'uomo. Anzi lo Spirito Santo è colui che "ci dice che Dio è amore, che ci aspetta, che ci ama come un vero papà". Non solo: egli "ci insegna a guardare con gli occhi di Cristo, a vivere la vita come l'ha vissuta Cristo, a comprendere la vita come l'ha compresa Cristo".
Anche al momento di concludere l'udienza Papa Francesco ha voluto ribadire il suo messaggio: "ricordatevi - ha detto dopo aver salutato i diversi gruppi presenti - dobbiamo ascoltare lo Spirito Santo che è dentro di noi, sentirlo. Cosa ci dice? Che Dio è buono, che Dio è padre, che Dio ci ama, che Dio ci perdona sempre. Ascoltiamo lo Spirito Santo".
In precedenza il Pontefice aveva incontrato, nell'Aula Paolo vi, le religiose partecipanti all'assemblea plenaria dell'Unione internazionale superiore generali, alle quali aveva raccomandato di basare la loro missione su tre direttrici precise: "centralità di Cristo e del suo vangelo; autorità come servizio d'amore; "sentire" in e con la Madre Chiesa". E a proposito di "maternità" della Chiesa ", Papa Francesco ha voluto anche ricordare che "la consacrata è madre, deve essere madre e non "zitella"". E parlando di quegli uomini e donne di Chiesa "che sono carrieristi, arrampicatori", li ha definiti persone "che fanno un danno grande alla Chiesa".