Papa Francesco chiede di non lasciar rubare la speranza
e incoraggia a portare Gesù alle periferie del mondo e dell'esistenza
"Per favore, non lasciatevi rubare la speranza!". Con tono paterno Papa Francesco si rivolge alla folla di fedeli che domenica 24 marzo gremisce piazza San Pietro, agitando verso l'alto ramoscelli d'ulivo per ricordare l'ingresso di Gesù a Gerusalemme. Sono soprattutto giovani. Perché, come avviene ormai da 28 anni, nella domenica delle Palme in ogni diocesi si celebra anche la Giornata della gioventù.
Per questo il vescovo di Roma, dal sagrato della basilica Vaticana, parla della gioia. Non di quella "che nasce dal possedere tante cose", ma di quella che viene "dall'aver incontrato una persona: Gesù". E, proprio come un padre, mette in guardia i suoi figli dal nemico, che "viene mascherato da angelo" per rovinare quella gioia. Con la tenerezza che ha già tante volte evocato, chiede loro "per favore" di non farsi rubare la speranza che viene da Gesù. Anche nel giorno dell'inizio del ministero petrino Papa Francesco aveva usato quel "per favore" rivolgendosi ai potenti del mondo e invocando rispetto per il creato.
Ma come si fa a non farsi rubare la speranza? Basta guardare Gesù mentre entra a Gerusalemme, spiega il Papa. "Chi lo accoglie è gente umile semplice", ma sa che rivolgere gli occhi verso Gesù significa esprimere il senso della propria fede e riconoscere in lui il Salvatore. Che non entra in Gerusalemme per ricevere onori ma per morire sulla croce. "Gesù - ripete il Pontefice tralasciando di leggere il testo già preparato - prende su di sé il male, la sporcizia, il peccato del mondo e lo lava col suo sangue".
Poi si rivolge di nuovo ai giovani e parla delle grandi ferite inferte all'umanità dal male: guerre, violenze, conflitti economici, sete di denaro: "che poi - aggiunge - nessuno può portare con sé, deve lasciarlo". E come in una famiglia si evoca l'esempio degli anziani per dar maggior forza a quanto si dice, così Papa Francesco ricorda quello che "mia nonna diceva a noi bambini: il sudario non ha tasche".
Dopo la gioia e la croce, ecco i giovani, la terza delle parole indicate dal Papa. "Vi ho visto nella processione quando entravate, vi immagino fare festa intorno a Gesù" dice rivolgendosi direttamente a loro. "Voi avete una parte importante nella festa della fede. Con Cristo un cuore non invecchia mai" dice concludendo l'omelia. E all'Angelus, al termine della messa, li invita a prepararsi per l'appuntamento di luglio, a Rio de Janeiro, dove avrà luogo il raduno internazionale per la Giornata mondiale della gioventù