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قديم 25 - 11 - 2013, 06:18 AM
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di Timothy Verdon Tra gli alti luoghi del monachesimo europeo ancora pienamente attivi vi è l'abbazia di Praglia vicino a Padova, che ha pubblicato ora un monumentale volume interdisciplinare a illustrazione dei vari aspetti della vita di questo cenobio la cui esistenza è documentata con certezza dal 1117. Atelier dell'anima Nota soprattutto per la sua età d'oro nel Quattrocento, quando venne associata alla riforma di Lodovico Barbo, abate di Santa Giustina di Padova e tra i fondatori dell'osservanza benedettina, Praglia ancora oggi offre al visitatore l'aspetto ordinato e magnifico di un grande monastero rinascimentale, con quattro chiostri intorno all'elegante chiesa dedicata all'Assunta, in mezzo a un'idilliaca vallata di campi e vigneti.
Praglia deve la sua sopravvivenza alla felice intuizione di un principe, l'imperatore Francesco i d'Austria, che nel 1825 compì il suo secondo giro d'ispezione nel lombardo-veneto dopo la sconfitta di Bonaparte. Il 20 luglio, partendo dalla villa reale di Strà, l'imperatore visitò il monastero allo scopo di valutare personalmente la proposta dei funzionari locali di trasformare il vasto complesso monastico in "Stabilimento Centrale per tutti i pazzi delle Venete Province e del Tirolo, suscettibile di 500 piazze di ottimo ricovero, cura fisica e morale conveniente". Ma Francesco i, che aveva incontrato personalmente Pio vii nel 1819 ed era stato toccato dall'appello del Pontefice a ricostituire laddove possibile la vita religiosa, decise diversamente, preferendo favorire la continuità della vita benedettina, causa anche l'emozione che la vista degli edifici sembra aver suscitato in lui. Gli appunti del monarca infatti parlano degli "splendidi colonnati aperti" dei chiostri, precisando che "nel mezzo dei cortili ci sono bei pozzi, in alcuni giardino. Ci sono poi diversi cortili, in parte circondati dal monastero, in parte da fabbricati rurali. Quindi grandi prati e orti circondati da mura, che occupano l'intera valle". Aggiunge l'augusto turista: "Le scale sono belle, specialmente quella grande (...) vi è uno splendido refettorio (...) una bella sala capitolare. Quindi, al secondo piano, c'è una bella, sebbene non grande biblioteca (...) e la chiesa è splendida".
Le oltre ottocento pagine del volume ricco anche d'illustrazioni mantengono il tono d'entusiasmo di Francesco i, dalla riflessione introduttiva sul senso ampio del complesso monastico, a firma di Severino Dianich, attraverso ben 29 saggi di varia lunghezza e 4 appendici riguardanti gli aspetti storici, storici, economici, artistici, liturgici ed esistenziali dei nove secoli di Praglia. Di particolare interesse la sezione del libro dedicata all'arte e alle testimonianze di liturgia e di cultura, dove sia il patrimonio di codici miniati che gli affreschi e dipinti su tavola e l'elegante decorazione lapidea d'indole veneziana per cui il monastero è celebre vengono discussi
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