Ginevra, 24. Un esercito di 168 milioni di bambini: il 44 per cento ha tra i cinque e gli 11 anni. Sono i "baby lavoratori" occupati e sfruttati nelle fabbriche, nei campi e nei servizi, soprattutto nei Paesi emergenti come la Cina, l'India e il Brasile. Il lavoro minorile resta quindi una piaga mondiale, e serve un rinnovato impegno per colpire alla radice questo terribile fenomeno.
L'allarme è stato lanciato ieri dall'Ilo (organizzazione internazionale del lavoro), che, in un rapporto presentato ieri a Ginevra, sottolinea come tra il 2000 e il 2012 sia avvenuto un calo consistente di bambini lavoratori, ma la soluzione del problema è ancora lontana. "Il contrasto al lavoro minorile è sulla strada giusta - ha detto il direttore generale dell'Ilo, Guy Rider - ma di questo passo l'obiettivo dell'eliminazione delle sue peggiori forme entro il 2016 non sarà raggiunto; ci stiamo muovendo troppo lentamente, e se vogliamo porre fine a questo flagello nel prossimo futuro dobbiamo raddoppiare gli sforzi