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Pregare per le vittime della tragedia nucleare, riaffermare l'inutilità della guerra, invitare a divenire operatori di pace. Con questa triplice motivazione il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson si trova da lunedì 5 agosto in Giappone, dov'è in corso la commemorazione del 68° anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki che ha provocato decine di migliaia di morti.
Il porporato è stato invitato dalla Conferenza episcopale giapponese, che annualmente promuove l'iniziativa "Dieci giorni per la pace", proprio per mantenere viva la memoria di quei terribili giorni d'inizio agosto del 1945. A Hiroshima, nella cattedrale cittadina, il cardinale Turkson ha celebrato lunedì la "messa per la pace". Martedì 6, sempre a Hiroshima, il cardinale ha partecipato a un incontro interreligioso, insieme a buddisti, scintoisti e a cristiani di varie confessioni. Nel suo intervento, intitolato "dalla sofferenza alla costruzione della pace", ha ricordato lo storico viaggio di Giovanni Paolo II che nel 1981 visitando Hiroshima disse: "Che la guerra non venga mai più tollerata", poiché i conflitti sono causati dagli uomini, non sono punizioni divine o catastrofi naturali: sono il prodotto dei peccati dell'umanità che ne è responsabile. In proposito, il porporato ha citato anche il pensiero di Papa Francesco, che ha denunciato come la potenza atomica possa causare la distruzione dell'umanità, sottolineando che nessuno sforzo di "pacificazione" sarà duraturo, né potranno esserci armonia e felicità per una società che ignora, mette ai margini e abbandona nella periferia una parte di sé. Mercoledì 7 agosto, il cardinale Turkson si trasferisce a Nagasaki, la città vittima del secondo bombardamento atomico, dove resterà fino a venerdì 9. |
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