La vita va difesa in tutte le sue dimensioni e fasi
Aiuti alle famiglie rifugiate e difesa della vita in tutte le sue fasi: li ha chiesti Papa Francesco con due appelli al termine dell'udienza generale di mercoledì mattina, 19 giugno. Rivolgendosi alla folla di fedeli che gremiva piazza San Pietro nonostante il caldo afoso, il Pontefice ha dapprima ricordato la Giornata mondiale del rifugiato che si celebra giovedì 20. "Quest'anno - ha detto - siamo invitati a considerare specialmente la situazione delle famiglie rifugiate, costrette spesso a lasciare in fretta la loro casa e la loro patria e a perdere ogni bene e sicurezza per fuggire da violenze, persecuzioni, o gravi discriminazioni a motivo della religione professata, dell'appartenenza ad un gruppo etnico, delle loro idee politiche". In più, "oltre ai pericoli del viaggio - ha aggiunto - spesso queste famiglie si trovano a rischio di disgregazione". Da qui l'invito a "non essere insensibili verso tutti i rifugiati" e "ad aiutarli, aprendoci alla comprensione e all'ospitalità", perché, ha spiegato, nel loro volto è impresso quello di Cristo.
Per il secondo appello il Santo Padre ha preso spunto dalla celebrazione della domenica precedente, giornata dell'Evangelium vitae nell'ambito dell'Anno della fede, esortando "ad accogliere e testimoniare il "Vangelo della vita"". Il cristiano - ha ribadito in proposito - "è colui che dice "sì" alla vita, che dice "sì" a Dio, il Vivente".
In precedenza, nella catechesi dedicata alla Chiesa come corpo di Cristo, Papa Francesco aveva sottolineato, aggiungendo al testo preparato alcuni passaggi a braccio, come l'unità sia "una grazia che dobbiamo chiedere al Signore perché ci liberi dalle tentazioni della divisione, degli egoismi, delle chiacchiere". Anche perché "i conflitti ci separano tra noi" e "ci separano da Dio", mentre Gesù insegna che "l'unità è superiore, sempre": in famiglia, come nella Chiesa.