Montevideo, 18. Ancora un appello contro la legge sull'aborto e un invito a esprimere il proprio rifiuto in occasione del referendum di domenica prossima è stato lanciato dai vescovi dell'Uruguay. I presuli sono tornati a condannare la normativa che, approvata nell'ottobre scorso con una ristretta maggioranza, prevede l'aborto fino alla dodicesima settimana e in altri casi fino alla quattordicesima, previa consultazione con una commissione di medici, psicologi e assistenti sociali. L'interruzione volontaria di gravidanza può essere, invece, direttamente autorizzata in caso di rischio grave per la salute della madre, stupro o possibili malformazioni del nascituro.
All'inizio del mese scorso sono state presentate più di 68.000 firme per indire il referendum che chiede l'abolizione della legge. Il 23 giugno prossimo gli uruguaiani saranno chiamati a votare per esprimersi sul tema: se 654.000 elettori (il 25 per cento del corpo elettorale) si pronuncerà per l'abolizione della legge, il Parlamento dovrà prenderne atto e affrontare il problema nell'immediato.
La Conferenza episcopale ha "incoraggiato le iniziative legittime che chiedono la cancellazione di questa normativa. I cittadini dell'Uruguay - dicono i vescovi - hanno adesso l'opportunità di cambiare con il loro voto il corso delle cose e dire sì alla vita dei bambini. In questo modo potremo guardare con speranza al nostro futuro come nazione"