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قديم 22 - 05 - 2013, 04:54 AM
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di Mario Ponzi "Il calice che gli ho donato è piccolo perché conosco bene Bergoglio. Conosco la sua umiltà, la sua semplicità; ma le assicuro che il carico di amore per lui che ho portato con me è enorme". Più che la sua realizzazione artistica, Adrián Pallarols, rappresentante del settimo ramo di una storica generazione di orafi argentini, mostra con orgoglio due libri contenenti cinquantamila pensieri dedicati a Papa Francesco dai suoi connazionali. Un calice d'amore E un pacco di lettere raccolte negli Stati Uniti e indirizzate al Pontefice "da chi vorrebbe essere qui - ci dice - per manifestare al Pontefice il suo affetto, ma non se lo può permettere". Certamente nel lungo abbraccio con Papa Francesco questa mattina, martedì 21 maggio, a Santa Marta, è sembrato veramente racchiudersi tutto l'amore di cui si è fatto oggi portatore e interprete.
È stato il ritrovarsi di due grandi amici - "anche se io mi sento più suo nipote" dice sorridendo Adrián - che, quando si son lasciati l'ultima volta, mai avrebbero pensato di rivedersi proprio qui a Roma nella casa di Pietro. "Ci siamo conosciuti nel 2002 - racconta - ma siamo diventati amici quando, nel 2007, gli chiesi consiglio perché volevo portare un dono a Benedetto XVI. Da quel momento sono rimasto molto legato a lui. La nostra amicizia è diventata sempre più profonda. È stato il mio confessore e il mio direttore spirituale, ha celebrato il mio matrimonio, ha battezzato mia figlia e ha benedetto il mio luogo di lavoro. Non ci siamo più separati. E non ci separeremo neppure adesso. Gli sarò sempre vicino, anche se fisicamente lontano".
Adrián appartiene a una famiglia di orafi conosciuta in tutto il mondo soprattutto per i lavori in argento. La loro storia inizia a Barcellona nel 1750 e approda a Buenos Aires nel 1804, dove sono poi rimasti stabilmente, "anche se - racconta Adrián - i legami con la madrepatria non sono stati mai definitivamente interrotti, tanto che il re Juan Carlos, nel 1987, venne a visitare i nostri laboratori argentini e ci confermò la nostra appartenenza originaria".
A Papa Francesco ha portato in dono un artistico calice in argento, semplice e sobrio, nel quale Adrián ha voluto fossero incise le immagini delle cose più care che essi condividono: la devozione per santa Teresa di Lisieux, rappresentata da una grande rosa, la devozione per la Vergine Maria e per la vita di povertà e umiltà. Nella base del calice sono scolpite anche delle piccole rose. "Esse rappresentano - spiega - i dodici apostoli e i dodici profeti minori dell'Antico Testamento, e alludono anche alla Vergine Maria". In basso, al centro, è scolpita una mappa del Sud America con l'Argentina in rilievo e, sulla parte liscia, si legge il motto di Papa Francesco: Miserando atque eligendo. Sono poi raffigurati quattro cardi, "fiori che - dice ancora Adrián - sono molto comuni in Argentina; si trovano ovunque e rappresentano un po' l'anima del popolo argentino. Sono fiori molto forti, che resistono a lungo e a tutte le intemperie, come gli argentini hanno sempre resistito alle avversità". Nella parte alta del calice è raffigurata Nostra Signora di Luján, patrona della nazione. Nel retro del fondo c'è la dedica a Papa Bergoglio firmata da Adrián, dalla figlia Francesca, dal socio e amico Sergio Del Bene e dalla moglie Vivian.
"Ma la particolarità del calice - ci spiega Adrián - è il pezzetto d'argento proveniente dall'America del Nord incastonato nella base. Ciò vuole rappresentare la devozione a Papa Bergoglio da parte dell'intero continente americano". Non a caso prima di giungere a Roma il giovane orafo ha portato il calice a New York, dove è rimasto esposto nella cattedrale di San Patrizio dal 15 al 18 maggio. "Prima di ripartire - rivela - il cardinale Dolan mi ha dato un pacco di lettere di fedeli della sua arcidiocesi, da consegnare al Papa".
L'incontro di questa mattina si è protratto a lungo. Con Adrián c'erano anche Sergio e la signora Vivian oltre a Elena Massa, la quale li ha accompagnati per questa occasione, e monsignor Guillermo Javier Karcher.
Prima di congedarsi Adrián confessa di aver vissuto un momento straordinario. "Sono venuto a trovare Jorge, l'uomo che è dietro l'investitura. Ho trovato lo stesso uomo, quello di sempre, molto contento, affettuoso, molto felice e molto orgoglioso. È stato sorpreso dalla mole di lettere che gli ho portato sia da Buenos Aires, sia da New York. La gente lo ama, lo ama tanto. È straordinario".

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