Nella Chiesa e nella società si vanno aprendo alle donne "nuovi spazi e responsabilità" che vanno ulteriormente estesi e valorizzati. Senza dimenticare, tuttavia, che "l'apporto del genio femminile rimane imprescindibile" soprattutto nell'ambito della famiglia. Lo ha sottolineato il Santo Padre nel discorso rivolto alle partecipanti al congresso nazionale del Centro italiano femminile, ricevute in udienza nella mattina di sabato 25 gennaio, nella Sala Clementina.
Ricordando le profonde trasformazioni culturali e sociali che negli ultimi decenni hanno investito l'identità e il ruolo della donna, Papa Francesco ha richiamato il fondamentale "discernimento" operato in quest'ambito dal magistero dei Papi, in particolare con la lettera apostolica del 1988 Mulieris dignitatem di Giovanni Paolo ii. Su quella scia - ha aggiunto - "ho ricordato l'indispensabile apporto della donna nella società, in particolare con la sua sensibilità e intuizione verso l'altro, il debole e l'indifeso; mi sono rallegrato nel vedere molte donne condividere alcune responsabilità pastorali con i sacerdoti nell'accompagnamento di persone, famiglie e gruppi, come nella riflessione teologica; e ho auspicato che si allarghino gli spazi per una presenza femminile più capillare ed incisiva nella Chiesa".
Se in questi campi il contributo del "genio femminile" è importante, non va trascurato il "ruolo insostituibile della donna della famiglia". Perché - ha spiegato il Papa - "le doti di delicatezza, peculiare sensibilità e tenerezza, di cui è ricco l'animo femminile, rappresentano non solo una genuina forza per la vita delle famiglie, per l'irradiazione di un clima di serenità e di armonia, ma una realtà senza la quale la vocazione umana sarebbe irrealizzabile". E la famiglia, ha puntualizzato, "per noi cristiani non è semplicemente un luogo privato, ma quella "Chiesa domestica", la cui salute e prosperità è condizione per la salute e prosperità della Chiesa e della società stessa".