C'è "una sola parola" che resta nella notte del Venerdì Santo, quando il male sembra schiacciare con il suo peso l'umanità e il mondo: la Croce. Al termine della Via Crucis presieduta al Colosseo nella tarda serata del 29 marzo, Papa Francesco ha ricordato che "la Croce di Gesù è la parola con cui Dio ha risposto al male del mondo", anche quando sembra che "rimanga in silenzio". Una parola - ha spiegato il Pontefice - che "è amore, misericordia, perdono", ma anche "giudizio", sebbene Egli giudichi amandoci, perché - ha aggiunto - "Dio non condanna, Lui solo ama e salva".
La parola della Croce è inoltre per Papa Bergoglio "la risposta dei cristiani al male che continua ad agire in noi e intorno a noi". Per questo essi sono chiamati a "rispondere al male con il bene, prendendo su di sé la croce, come Gesù". Come testimonia la comunità cattolica del Libano, i cui giovani hanno composto le meditazioni e le preghiere per la Via Crucis di quest'anno. Papa Francesco li ha ringraziati "per questo servizio e soprattutto per la testimonianza che danno", come si è potuto vedere - ha sottolineato - quando Benedetto XVI si è recato nel loro Paese: "abbiamo visto la bellezza e la forza della comunione dei cristiani di quella Terra e dell'amicizia di tanti fratelli musulmani e di molti altri". È stato un segno di speranza per il Medio Oriente - ha commentato - e per il mondo intero. Da qui l'invito a continuare la Via Crucis "nella vita di tutti i giorni", camminando "insieme sulla via della Croce", e "portando nel cuore questa Parola di amore e di perdono".
In precedenza il vescovo di Roma aveva presieduto nella basilica Vaticana la celebrazione della Passione del Signore l'adorazione e il bacio della Croce.