Naypyidaw, 8. Ancora un decisivo passo in avanti verso la democratizzazione in Myanmar. Il Governo del Paese asiatico ha infatti deciso di restituire alla vita di tutti i giorni sessantotto tra bambini e ragazzi che militavano nelle file dell'esercito regolare. Lo ha reso noto l'Onu, che da tempo ha chiesto il rilascio di tutti i bambini-soldato ancora arruolati.
Si tratta - dicono gli osservatori - della liberazione più significativa avvenuta da quando, nel giugno dello scorso anno, le Nazioni Unite e il nuovo Governo di Naypyidaw (che ha sostituito la Giunta militare) sottoscrissero un piano d'azione per impedire il reclutamento di altri bambini nei ranghi dell'esercito e consentire il ritorno a casa di quelli già reclutati.
Fino a oggi - dicono le fonti delle Nazioni Unite - hanno smesso l'uniforme 176 giovani militari (non tutti minori d'età: alcuni erano stati reclutati da bambini e poi sono diventati adulti), ma sono tanti quelli ancora arruolati. Non esistono, infatti, cifre ufficiali sul numero di minori ancora nell'esercito del Myanmar e, soprattutto, dei diversi gruppi ribelli locali. Dal marzo del 2011, il Myanmar ha introdotto una serie di riforme politiche e aperture democratiche, premiate con la sospensione di quasi tutte le sanzioni applicate da Stati Uniti e Unione europea dagli anni Novanta in poi.